Sul sentiero delle Città invisibili
per ripercorrere con il suono il cammino di un grande cartografo della fantasia.
Sono già noti agli amici dell’autore i primi quattro quaderni di una serie di alcune composizioni pianistiche, immaginate per tentare di ricostruire con il suono la magia del capolavoro di Italo Calvino al di là di quelle limitazioni, che vengono imposte dal fatto che solo nella lingua in cui sono state concepite esse possono esprimere tutta la loro poesia con la loro affascinante musicalità.
Anche la concezione architettonica delle stesse Città invisibili ha profondamente influenzato l’autore per l’impianto musicale delle sue composizioni, costruite sul modello letterario suggerito da cinque descrizioni di città diverse, sviluppate intorno a ciascuno degli undici temi ricorrenti secondo uno schema in cui ognuno di essi appare in una progressione originale.
Infatti assai forte è la tentazione per un musicista di utilizzare uno stesso tema in cinque forme diverse distanziate opportunamente tra loro, diventando così capaci di creare la suggestione di una reiterazione ad intervalli regolari di una serie di suoni musicalmente affini.
Inoltre ogni gruppo di Città è separato da quello successivo dai rapporti che un immaginario Marco Polo fornisce nei suoi colloqui ad un altrettanto immaginario Kublai Kan sulle sue peregrinazioni dentro e fuori ai confini del suo impero: ciò ha suggerito al compositore di ritornare sul tema scelto per essi in una forma diversa, quella di un Corale che viene riproposto da una volta all’altra con pochissime varianti.
Così nacque il primo quaderno del “Sentiero”, quasi una esercitazione per verificare la propria capacità di entrare in una risonanza spirituale con il grande “cartografo della fantasia” (secondo la definizione di Ernesto Ferrero); un primo quaderno piuttosto breve, essenziale, ma aperto a nuove ispirazioni, poiché i temi già utilizzati potevano riproporsi.
Tale tentazione si è puntualmente manifestata e così è nato il secondo quaderno, al quale si sono aggiunti successivamente anche un terzo ed un quarto quaderno, seguendo un percorso che si è sempre più addentrato nei meandri delle città esplorate da Marco Polo.
I primi due quaderni sono apparsi in due diversi CD accompagnati all’esecuzione al pianoforte di alcuni capolavori di grandi musicisti particolarmente amati dall’autore, il terzo ed il quarto quaderno invece sono comparsi, insieme alla riproposizione dei precedenti, nell’ultima fatica del loro autore, che ha voluto raggruppare tutte le sue composizioni in due CD, presentati con il titolo “Autoritratto con pianoforte”.
A questo punto il capolavoro di Italo Calvino non aveva certamente esaurito il suo fascino e la tentazione di proseguire era forte, tanto da far nascere un quinto quaderno, che peraltro si è sviluppato nella consapevolezza che la tarda età dell’autore molto difficilmente gli avrebbe consentito la composizione di altri sei quaderni per raggiungere la magica cifra di tutti gli undici raggruppamenti che compongono le Città Invisibili; ciò inoltre avrebbe dilatato l’opera molto al di là delle consuetudini per una composizione pianistica avente un minimo di coerenza per poter essere presentata ed eseguita nella sua interezza!
Tale circostanza apriva dunque un quesito, poiché da un lato la tentazione di percorrere il cammino di Marco Polo fino alla sua meta finale era grandissima, mentre dall’altro il volume stesso dell’assunto appariva del tutto improponibile al suo autore.
La risposta al quesito si è materializzata invece da sola, quando, raggiunta l’ultima città del quinto quaderno, l’autore si è reso conto che l’ultimo tema, immaginato per Aglaura, conteneva in sé un inaspettato potenziale espressivo.
Il tema era stato concepito inizialmente per costruire una breve Passacaglia ma questa, nel corso del suo sviluppo, ha suggerito nuovi elementi, perfettamente coerenti, che hanno consentito la stesura di ben trenta variazioni, concatenate in continuità proprio nella forma della Passacaglia, (anche se sviluppata sul rimo di quattro quarti, anziché i tre quarti della consuetudine) e così si sono automaticamente aggiunti alla venticinquesima composizione trenta brevi nuovi episodi, che hanno coperto l’intero percorso del sentiero per raggiungere il suo mitico traguardo, quello delle cinquantacinque città invisibili visitate da Marco Polo.
Non è detto che questo ciclo possa magari anche riaprirsi in futuro, ma una sua possibile conclusione è stata comunque raggiunta con una composizione della durata approssimativa di circa un’ora, certamente quanto basta a ritenere svolto il compito di tentare di ricreare la magica suggestione del capolavoro di Italo Calvino al di là dei limiti imposti dal suono della lingua italiana: la raccolta dei cinque quaderni è quanto vien proposto nel CD accompagnato da queste note.
E forse questa stessa composizione aiuterà la diffusione del suo messaggio, suscitando anche soltanto la curiosità di conoscere il suo mondo fantastico, sempre magistralmente armonico nel suono della lingua nella quale è stato concepito, ma anche specchio di una straordinaria interpretazione di quanto l’universo ci propone di osservare con gli occhi di un grandissimo maestro del favoloso, di un appassionato poeta indagatore della natura alla luce delle conoscenze del nostro tempo.
On the road to the invisibles cities
The friends of the author already know the first four books formed by a sequence of short piano compositions, inspired by the wish of reproducing the magic world of Italo Calvino beyond the charming sound expressed in its original language.
Also the architectural conception of “The invisibles cities” has inspired the author for the general lay-out of the music, built on the same literary system offered by the description of five different cities, each one developed on the basis of one among eleventh recurrent themes, following an original progression.
The temptation for a musician of using the same theme in five different forms is very high, as it offers the opportunity of expressing the suggestion of similar sounds, following regular intervals, but with different accents.
Besides, at the opening of each two groups of five cities it is possible to find the reports to the Kublai Kan of the journey made by a fictitious Marco Polo inside the boundaries of his empire; this fact suggested to the author of the music to interpret Marco Polo reports in the form of a Choral, which reappears with only very small alterations at the opening of the books.
So it came that the first book of the “Road to the invisibles cities” was born, like an attempt to enter in a spiritual resonance with the great “cartographer of the imagination”, using the words chosen by Ernesto Ferrero; this first book is very simple, nearly essential, but it offers the great opportunity to compose new music with themes already known, but subject to new inspiration.
The new temptation arrived punctually, so that a second book was born and later also a third and a fourth one, following the path that was leading to the deepest meanders of the cities explored by Marco Polo.
The first two books were included in two different CD, where the author has recorded a few piano pieces belonging to the masterpieces of the greatest musicians of the past; the third and the fourth have been inserted in the collection of all the music production of the author in two CD called “Self-portrait with piano”.
At this point the charm arising from the masterpiece of Italo Calvino was not exhausted, so that the temptation of going further on the same path preparing a fifth book was very strong.
Unfortunately the author is perfectly aware of the fact that his age will never offer to him the opportunity of reaching the magic number of the eleven different books that form the whole “Invisibles cities” and, by the other hand, it would never be possible to play in the whole a piano composition including all the story of the long journey imagined by Italo Calvino!
As result, a question arose, because the temptation of going further with the project was high, but the consciousness of the impossibility of reaching the target was clear.
The answer to question materialized itself when the author reached the fifth city of the fifth book and realized that the theme of Aglaura was incredibly rich of new potential expression.
This theme was originally conceived for a short Passacaglia, but in the course of the composition it suggested a lot of new previously unimagined elements, perfectly coherent, that made it possible to develop thirty regular variations, linked together in the perfect form of a normal Passacaglia.
In truth, this Passacaglia is developed on a rhythm of four fourth instead of three, but the general architecture is the same and in such a way it was possible to add thirty short episodes to the previous twenty-five cities, covering the whole road crossing the mythic line of the fifty-five cities visited by Marco Polo.
It is not impossible that the road can be reopened in the future according to the original system, but now the author attained his aim with a composition of approximately one hour length, which should be able to try to recreate the magic suggestion of this masterpiece of Italo Calvino beyond the limits of its original language.
The five books have ben plaid by the author in the CD commented in this few lines.
He hopes that this piano work would help the spread of the wonderful message of Italo Calvino, even only by stimulating the curiosity of meeting his fabulous world: a world full of imagination, but also a mirror of the Universe as seen not only by a master of the Italian language, but also by a passionate enquirer of the nature, interpreted according the knowledge of our time.